Sono le scelte individuali (come non prendere la macchina o smettere di fumare) la chiave per ridurre il livello di benzene nelle nostre città. È quanto emerge dai primi risultati del progetto People (Population Exposure to Air Pollutants in Europe) finalizzato all’analisi della qualità dell’aria nelle città europee. Il benzene è un cancerogeno, responsabile tra l’altro dell’insorgenza delle leucemie, ma è anche un indicatore decisivo della presenza di altri inquinanti, come il monossido di carbonio o gli ossidi d’azoto. La Commissione Europea ha quindi deciso di avviarne il monitoraggio su vasta scala, coinvolgendo le amministrazioni locali e i cittadini: una direttiva stabilisce la soglia d’attenzione in cinque microgrammi per metro cubo. I risultati presentati riguardano la città di Bruxelles, dove nell’ottobre dello scorso anno 125 volontari hanno indossato sensori per testare il livello di benzene in ambienti chiusi (case, scuole, uffici, bar, negozi, trasporti pubblici) e all’aperto. I dati: la concentrazione del benzene è doppia nelle case rispetto agli spazi aperti (6,4 microgrammi per metro cubo), cresce ancora nei bar ed è quasi dieci volte tanto nelle auto (27,5 microgrammi per metro cubo). Il campione dei partecipanti era variegato: fumatori, persone che usano mezzi di trasporto propri, fruitori abituali di mezzi pubblici, pedoni e ciclisti, più un gruppo di controllo costituito da non fumatori non esposti al traffico urbano. Dal confronto tra le misurazioni ambientali e quelle basate sui sensori personali, è emerso che la classe dei fumatori registra i valori più alti esposizione all’inquinamento, con un sensibile aumento in funzione del numero di sigarette fumate. Le altre città coinvolte finora sono state Lisbona, Bucarest e Lubiana, ma il programma People sarà esteso nei prossimi mesi ad altre capitali europee (tra cui Roma e Parigi) e a ulteriori agenti inquinanti. (m.mo.)