Da oggi e fino al 6 maggio a Sorrento si parlerà di pelle, l’organo umano che vanta un record poco invidiabile, quello della più alta quantità di malattie. Si tratta di patologie spesso sottovalutate, perché non ritenute gravi, che invece possono condizionare gravemente la qualità di vita. Le novità scientifiche (dallo sviluppo di nuovi farmaci a quello di dispositivi per migliorare la qualità di vita dei pazienti), cliniche e diagnostiche (nuovi trattamenti e nuove tecnologie) saranno al centro del 92° Congresso Nazionale della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST). Ecco i temi più importanti.
Tumori della pelle. Dal più conosciuto (e temuto) melanoma al carcinoma basocellulare a quello spinocellulare, la ricerca in ambito dermatologico ha fatto di recente decisivi passi avanti sia nell’identificazione delle lesioni prima della loro degenerazione, sia nello sviluppo di strumenti di diagnostica e di trattamenti sempre più efficaci. Il fatto che, per esempio, il tasso di mortalità dovuta al melanoma resti sostanzialmente stabile, sebbene la sua incidenza sia in crescita (+3,1% per anno nei maschi e +2,6% per anno per le femmine secondo i dati Airtum – Associazione Italiana Registri Tumori), è determinato dalla diffusione nei centri clinici di strumenti sofisticati come la dermatoscopia manuale, la videodermatoscopia digitale e la microscopia confocale in vivo. Tecniche, queste, che permettono di individuare in dettaglio le lesioni e di asportarle prima che diano luogo a metastasi, spiegano gli esperti. Anche sul fronte farmaci emergono importanti novità, in particolare per quei tumori per i quali finora non esistevano possibilità di trattamento: farmaci mirati a specifici bersagli molecolari nelle cellule del melanoma, 2 nuovi farmaci (vismodegib e sonidegib) contro il carcinoma basocellulare e addirittura 3 farmaci innovativi a carico del Sistema sanitario nazionale (imiquinob, diclofenac e ingenolo mebutato) per la terapia delle cheratosi attiniche (cioè lesioni cutanee che possono degenerare in carcinoma spinocellulare).
Acne. Malgrado sia erroneamente considerata una patologia adolescenziale causata da squilibri ormonali, l’acne è una vera e propria sindrome che può protrarsi ben oltre i 30 anni. È una malattia infiammatoria che va seguita dal punto di vista medico con terapie che si adattino alle peculiarità del singolo paziente. Non sempre è facile e scontato, ma oggi ci sono nuove possibilità di terapie: nuovi farmaci contenenti associazioni di retinoidi e benzoilperossido oppure retinoidi e clindamicina, prodotti specifici per colpire l’agente batterico alla base della malattia, la terapia fotodinamica.
Idrosadenite suppurativa. L’idrosadenite suppurativa è un’infiammazione cronica molto dolorosa con la formazione di noduli, ascessi e fistole da cui fuoriesce materiale purulento e maleodorante, in genere nelle zone ascellari, inguinali e genitali. Una malattia poco comune, certo, ma decisamente molto invalidante sia dal punto di vista fisico sia psicologico, per la quale oggi la dermatologia può avvalersi di un nuovo farmaco biotecnologico che agisce sui meccanismi dell’infiammazione e che potrebbe portare beneficio per quei pazienti resistenti alle terapie convenzionali.
Psoriasi. Anche per la psoriasi, un’altra patologia infiammatoria della cute che colpisce il 3% circa della popolazione mondiale, la ricerca sta facendo progressi. Si punta allo sviluppo di farmaci alternativi diretti contro una molecola tipica del processo infiammatorio coinvolto in questa malattia (l’interleuchina 7), oppure dei cosiddetti small molecule che con meccanismi differenti mirano a colpire il processo che porta all’insorgenza della psoriasi.
Dermatite atopica. Molto frequente soprattutto nei bambini, la dermatite atopica è un’irritazione della pelle caratterizzata da eczema, cute irritata e secca, che genera prurito. In questi pazienti la barriera cutanea è alterata e reagisce in modo anomalo ai fattori ambientali. La conseguenza è un’esagerata risposta immunitaria dell’organismo e l’infiammazione. Malgrado si possa pensare che sia una patologia di poco conto, la dermatite atopica, soprattutto quando molto estesa, influisce in modo pesante sulla qualità della vita di chi ne è colpito e oltretutto recenti studi la associano (come succede anche per psoriasi e altre malattie dermatologiche infiammatorie) all’insorgenza di altri disturbi, dal diabete all’artrite reumatoide, alla depressione. In questo contesto in cui la pelle è costantemente stressata, anche gli abiti possono fare la differenza: grazie alla collaborazione tra dermatologi e industria tessile sono nati nuovi materiali che contribuiscono a ridurre la sensibilità e l’irritabilità della cute. Inoltre a breve saranno disponibili anche farmaci biotecnologici, cioè farmaci selettivi capaci di interferire con i principali mediatori dell’infiammazione della dermatite atopica.