Legionari romani in terra cinese? Perché no. E’ quanto sostengono archeologi cinesi che hanno rinvenuto nel villaggio di Zhelaizhai (Cina nord-orientale) i resti di una fortificazione romana, una mappa, vasellame, uno scheletro, un medaglione in bronzo e una ciocca di capelli, tutti risalenti a 2000 anni fa. Ma come sono giunti in Cina? Forse a seguito della terribile battaglia di Carre (Turchia orientale) combattuta nel 53 a.C. contro i Parti. Fu una delle più dolorose sconfitte subite dalle truppe romane, che costò la vita al triumviro Marco Licinio Crasso. Le fonti romane raccontano che i pochi legionari sopravvissuti, ridotti in schiavitù, furono liberati una trentina di anni dopo. Secondo gli archeologi cinesi, gli annali della dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) possono completare la storia: narrano infatti di un gruppo di soldati che usava tattiche di guerra romane e che si stabilì in un villaggio della Cina chiamato Liqian. Ma un’ulteriore, importantissima conferma della veridicità di questa curiosa ipotesi viene dall’antropologia. Gli abitanti del villaggio in questione avrebbero infatti caratteristiche fisiche tipicamente mediterranee: statura più alta della media cinese, capelli castani e occhi blu. Leggende locali narrano inoltre di antenati provenienti dal lontano Ovest, e diverse tradizioni religiose, come il sacrificio primaverile di un bue e la danza con il toro, che ricordano molto da vicino le usanze degli antichi romani. (c.d.m.)