Tutti gli smartphone e tablet infetti

    11, 6 milioni. Tanti sarebbero i dispositivi mobili, soprattutto Android, infettatati da virus e altri malware. A stabilirlo è stata una ricerca condotta da Alcatel-Lucent, la quale mostra come l’aumentare delle infezioni ai dispositivi mobili negli ultimi tempi cresca di pari passo all’aumentare dell’aumento del traffico su banda largaTelefoni e tablet infetti significa mettere compromettere la sicurezza dei loro utilizzatori, con azioni quali furti d’identità, d’informazioni finanziarie, dati personali nonché fatture gonfiate a causa di dati “piratati” ed estorsioni di denaro per riprendere il controllo dei dispositivi attaccati. Ma introdurre dei malaware sui dispositivi mobili può nuocere non solo al suo diretto utilizzatore: infatti, usando smartphone e tablet per azioni di spionaggio e per il lancio di attacchi del tipo Denial of Service (DoS), a farne le spese possono essere anche aziende ed enti pubblici.

    Il rapporto di Alcatel-Lucent totalizza in un +20% l’aumento dei malware sui dispositivi mobili nell’ultimo anno. A essere particolarmente colpiti sono soprattutto i terminali Android, rappresentando più del 60% delle infezioni sulla Rete, sotto forma di applicazioni trojan scaricate da app store di terze parti, Google Play™Store o email di phishing. Decisamente meno colpiti invece gli iPhone e i dispositivi BlackBerry (meno dell’1% delle infezioni registrate).

    “Normalmente gli attacchi criminali si dirigono sui bersagli più facilmente alla portata”, ha commentato in proposito Kevin McNamee, architetto per la sicurezza e direttore dei Kindsight Security Labs di Alcatel-Lucent. “Non solo Android rappresenta la più vasta base di smartphone sul mercato ma, a differenza degli ambienti iPhone e BlackBerry, permette di scaricare apps anche da siti di terze parti. Ciò fornisce ai cyber-criminali un meccanismo non vigilato che facilita la distribuzione del loro malware, che può facilmente eludere ogni rilevamento, basata su antivirus installati a livello di singolo dispositivo. Pertanto, nel 2013 abbiamo visto un’accresciuta tendenza all’offerta da parte degli operatori di servizi antivirus in rete”.Ma da dove arrivano queste infezioni? Il 40% arriva da portatili Windows connessi via tethering ad un cellulare oppure collegati con una chiavetta Usb ad un punto d’accesso o router portatile WiFi.

    Infine, segnala il rapporto, la crescita delle infezioni a carico dei dispositivi mobili non è stata accompagnata da un incremento degli attacchi alle reti domestiche, che restano infatti stabili.

    Credits immagine: Johan Larsson/Flickr

     

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