Prima Chernobyl poi Zaporizhzhia. La guerra in Ucraina ha coinvolto le centrali nucleari. Malgrado le dichiarazioni del presidente russo, Vladimir Putin – che in una delle ultime telefonate con il presidente francese Emmanuel Macron si è detto “pronto a rispettare le norme dell’Iaea (Agenzia internazionale dell’energia atomica, ndr) sulla protezione delle centrali nucleari”, negando di volerle attaccare – la tensione rimane elevatissima. Non potrebbe essere altrimenti dopo che le forze russe hanno preso il controllo della zona di Chernobyl, e dopo l’incendio scatenato in un edificio secondario della centrale di Zaporizhzhia, per fortuna senza intaccare i reattori nucleari e senza ripercussioni sui livelli di radiazione registrati (l’aumento alla centrale dismessa di Chernobyl sarebbe stato dovuto a movimentazioni del suolo).
È innegabile che oggi le centrali nucleari ucraine siano considerate come obiettivi più che sensibili. E non solo le centrali, ma anche siti di smaltimento delle scorie radioattive e centri per la produzione di radioisotopi a scopi medici potrebbero diventarlo, come conferma il danneggiamento, senza conseguenze, di una di queste strutture in seguito ai bombardamenti su Kharkiv. Nei giorni scorsi il direttore generale della della Iaea, Rafael Mariano Grossi, non ha nascosto le preoccupazioni per la caduta del sito di Zaporizhzhia sotto il controllo russo e per le difficoltà di comunicazione. A confermarlo anche l’Agenzia statale ucraina per la regolamentazione nucleare (Snriun), che ha aggiunto come i controlli di sicurezza siano ormai difficili.
A 35 anni dal disastro di Chernobyl: gli effetti a lungo termine sulla salute
L’Ucraina conta quattro centrali nucleari operative (Chernobyl non è più funzionante dopo il disastro del 1986), costruite a partire dagli anni Settanta, nell’allora Repubblica socialista sovietica ucraina. L’Ucraina oggi produce con il nucleare il 54% della propria energia elettrica, come ricordano dalla World Nuclear Association, organizzazione industriale a sostegno del nucleare. Al momento in totale ci sono 15 reattori attivi (in quattro centrali operative, tutti del tipo Vver, reattori nucleari ad acqua pressurizzata), due in costruzione e quattro quelli dismessi (quelli di Chernobyl). La gestione delle centrali è in capo all’azienda di stato Energoatom, il cui sito è al momento è irraggiungibile (ma consultabile grazie all’Internet Archive). Ecco quali sono oggi le centrali operative nel paese.
Rivne
La centrale di Rivne si trova nel nord-ovest del paese e conta quattro reattori operativi, per una capacità totale di 2.835 megawatt (MW). Sorge nei pressi del fiume Styr e la sua costruzione risale agli inizi degli anni Settanta. I primi reattori entrarono in funzione nei primi anni Ottanta, ma la configurazione attuale è stata raggiunta solo nel 1993, con l’aggiunta del quarto reattore, dopo un’interruzione dovuta all’adozione da parte del Parlamento ucraino di una moratoria sulla costruzione di nuovi impianti nucleari.
Chmeľnyćkyj
Più a sud rispetto a Rivno si trova l’impianto di Chmeľnyćkyj. Due unità, per un totale di 2.000 MW di potenza elettrica. La costruzione risale agli inizi degli anni Ottanta, anche se fino al 2004 è stato operativo un solo reattore (anche in questo caso per ritardi dovuti alla moratoria sulle centrali nucleari). L’Energoatom ne parla come il sito ideale per l’estensione della produzione nucleare ucraina, e in effetti sono in fase di costruzione da tempo altri due reattori nel sito, per una potenza complessiva aggiuntiva di 2.178 MW. Negli ultimi trent’anni più volte è stato rilanciato il progetto di completarne la costruzione, soprattuto nel 2006, quando l’interruzione di gas naturale dalla Russia aveva spinto l’Ucraina a definire una strategia energetica nazionale che puntasse a estendere il numero di reattori attivi nel paese.
La centrale dell’Ucraina del Sud
Anche nota come centrale del Juzhnoukraïns’k è una centrale nucleare che si trova all’interno di un più vasto complesso energetico, che conta una centrale idroelettrica (quella di Alexandrovka) e un impianto di accumulo (la centrale di Tashlyc), per una produzione pari a circa un decimo di quella di tutto il paese. La centrale elettrica conta tre reattori, per una potenza totale di 3.000 MW, tutti operativi entro la fine degli anni Ottanta.
Zaporizhzhia
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande dell’Ucraina e dell’Europa. Conta sei reattori per una potenza complessiva di 6.000 MW, e mediamente produce un quinto dell’energia elettrica annuale del paese e quasi la metà di quella nucleare prodotta in Ucraina. La costruzione è cominciata alla fine degli anni Settanta e nel 1995 è entrato in funzione l’ultimo reattore.
Chernobyl
La centrale non ha, purtroppo, bisogno di presentazione. L’esplosione e l’incendio del 1986, che portarono al disastroso incidente nucleare con emissioni di materiale radioattivo, sono storia nota. Quello di Chernobyl è stato il primo impianto nucleare del paese, con il primo reattore operativo nel 1977 e poi quattro le unità totali per una potenza elettrica di 3.800 MW. Lo spegnimento definitivo dell’impianto è avvenuto nel 2000, con lo shutdown del reattore 3.
Via: Wired.it
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