Negli Stati Uniti le donne a rischio di morte improvvisa per arresto cardiaco hanno meno probabilità di vedersi impiantato un defibrillatore cardioverter. Se poi si tratta di donne nere, le possibilità si riducono ancora di più. Poco superiori se invece a presentarsi in ospedale sono maschi neri, massime se si tratta di maschi bianchi.
È un panorama segnato dalle disparità di genere e socioeconomiche quello tracciato sull’ultimo numero di Jama, il giornale dell’American Medical Association. Lo studio è stato condotto dai ricercatori della Duke University School of Medicine della North Carolina, che hanno analizzato i dati contenuti negli archivi dei servizi Medicare e Medicaid nel periodo 1991-2005 relativi a pazienti di età superiore ai 65 anni, cui era stato diagnosticato un attacco cardiaco o una cardiomiopatia (prevenzione primaria: oltre 136 mila pazienti di cui circa 65mila uomini e 70mila donne), oppure un arresto cardiaco o una tachicardia ventricolare (prevenzione secondaria: oltre 99 mila pazienti di cui 52 mila uomini e 47 mila donne). Il rischio di morte cardiaca improvvisa – la principale causa di decessi negli Stati Uniti – è più elevato negli uomini che nelle donne, anche se le differenze decrescono con l’aumentare dell’età, fino ad azzerarsi sopra gli 85 anni.
Le analisi condotte dai ricercatori mostrano che nel gruppo relativo alla prevenzione primaria, il 32,3 per mille dei maschi risultava sottoposto all’impianto di un defibrillatore, contro l’8,6 per mille delle donne. Nel gruppo relativo alla prevenzione secondaria, le proporzioni sono analoghe: erano stati sottoposti all’impianto 102,2 uomini su mille e 38,4 donne su mille. Nell’anno successivo, in coloro che avevano ricevuto un defibrillatore il rischio di morte risultava ridotto del 35 per cento.
Le disparità di trattamento sono confermate anche da un altro studio condotto nella stessa Università su 13 mila pazienti tra gennaio 2005 e giugno 2007. La terapia con defibrillatore risultava essere usata nel 28,2 per cento delle donne nere, nel 29,8 per cento delle donne bianche, nel 33,4 per cento dei maschi neri e nel 43,6 per cento dei maschi bianchi. “La domanda da un milione di dollari – commenta in un editoriale la cardiologa Rita Redberg dell’Università di California – è: negli Usa vengono impiantati pochi defibrillatori alle donne e alle minoranze, oppure ne vengono impiantati troppi ai maschi bianchi?”. (e.m.)