Un dispositivo da impiantare nel cervello, che permetterà a chi soffre di disturbi della memoria di recuperare i ricordi e la capacità di memorizzare nuove informazioni. È l’ambizioso progetto Restoring Active Memory, al quale lavorano i ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory (Llnl), dell’Università della California e di Medtronic, azienda americana di tecnologie biomediche, e che la Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa) americana ha deciso di finanziare con 2,5 milioni di dollari.
Il piano dei ricercatori è quello di costruire entro il 2017 un prototipo in grado di registrare l’attività neurale e modulare il funzionamento delle aree cerebrali danneggiate. Tutto questo grazie a un dispositivo costituito da microelettrodi da impiantare nell’ippocampo e nella corteccia entorinale, due regioni del cervello associate alla memoria, e da un sistema elettronico esterno posizionato intorno all’orecchio, in cui verranno immagazzinate le informazioni raccolte.
“Attualmente non esiste alcun trattamento efficace per la perdita di memoria derivante da condizioni come il trauma cranico”, ha dichiarato Satinderpall Pannu, direttore del Centro di Bioingegneria del Llnl che si occupa del progetto. Gli scienziati sperano quindi di fornire un aiuto a pazienti oggi incurabili, vittime di traumi o patologie cerebrali che danneggiano le aree cerebrali responsabili dei processi mnestici, come l’Alzheimer, la più comune malattia neurodegenerativa.
Riferimenti: Lawrence Livermore National Laboratory
Credits immagine: Image courtesy of DOE/Lawrence Livermore National Laboratory