Mettere insieme una neurotossina come il botulino e una proteina ricavata da un corallo del Mediterraneo per sviluppare un trattamento contro il dolore cronico che duri a lungo nel tempo. E’ quanto sta sperimentando il gruppo di Keith Foster del Centre for applied microbiology and research di Salisbury in Gran Bretagna che studia la neurotossina del botulino, oggi impiegata per i trattamenti estetici contro le rughe. Questa blocca il rilascio del neurotrasmettitore responsabile della contrazione muscolare: un meccanismo che si trova all’interno della maggior parte delle cellule anche se la neurotossina agisce solo su quelle che trasmettono il segnale dai nervi ai muscoli. E’ infatti una sequenza specifica della tossina che consente di colpire le cellule dei muscoli. Il gruppo di Foster ha studiato questa sequenza nei nervi che trasmettono i segnali del dolore. Obiettivo: trasformare la neurotossina in un antidolorifico. I ricercatori hanno trovato poi un alleato in un corallo del mediterraneo, l’Erythrina cristagalli, che si lega alla superficie dei neuroni del dolore e non ad altre cellule. Come riporta New Scientist, i ricercatori hanno modificato la tossina del botulino per bloccare il dolore. I test condotti sui topi di laboratorio hanno dato risultati impressionanti: in tre diversi esperimenti, l’antidolorifico di Foster ha dato risultati simili alla morfina. A differenza di questa droga i cui effetti svaniscono in quattro ore, l’azione di questo antidolorifico continua per nove ore. (p.c.)