Un Museo sulle colline

Una Villa settecentesca immersa tra il verde delle colline marchigiane sta per trasformarsi in un museo della scienza di ultima generazione. Il 15 maggio sarà inaugurato a Saltara, località in provincia di Pesaro-Urbino, il Museo interattivo del Balì, con annessi planetario e osservatorio astronomico. Secondo per disponibilità di spazio solo alla “Città della scienza” di Napoli, la Villa del Balì rappresenterà un punto di riferimento per familiarizzare con alcuni fenomeni scientifici e naturali. Grandi e bambini, curiosi e appassionati possono trovare nello science centre marchigiano l’occasione di sbirciare in quella grande scatola nera che spesso la scienza sembra essere, e di rimanerne affascinati. Il museo del Balì è infatti dotato di ben 35 exhibit interattivi, exhibit hands-on in cui bisogna “mettere le mani”, toccare, sperimentare, che sono affiancati da informazioni scritte (volutamente poche), audio e multimediali per consentire approfondimenti. Il percorso ideale del museo è una sorta di viaggio dantesco. A partire dagli esperimenti allestiti al piano terra della Villa, che riguardano la percezione sensoriale, spesso ingannevole e fallace, si passa attraverso una serie di esperienze che spingono a mettere in discussione un’ingenua visione del mondo che ci viene dalle apparenze. Superate la camera distorta (o di Ames) e la galleria delle illusioni ottiche, si sale idealmente nel Purgatorio dove si fa esperienza delle leggi del moto e della meccanica, dell’ottica e dei fenomeni ondulatori. Infine, si attraversa la sala dedicata all’astronomia, che fa da preludio all’ultima tappa di questo percorso: il Planetario, allestito al piano superiore.Oltre all’esposizione permanente il Museo prevede uno spazio per esposizioni temporanee, un osservatorio astronomico amatoriale posto in una cupola nel parco della Villa, e due laboratori didattici per offrire alle scuole la possibilità di integrare la programmazione scolastica. Ispirato all’esperienza dei musei hands-on avviata negli anni Sessanta dal primo science centre del mondo, l’Exploratorium di S. Francisco (realizzato dal fisico Frank Oppenheimer, fratello del più noto Robert che fu tra gli scopritori della bomba atomica), il Museo del Balì è un caso raro nel nostro paese, nonostante la crescente richiesta di iniziative di intrattenimento culturale e in particolare scientifico. Da noi, infatti, la divulgazione interattiva è sbarcata con un po’ di ritardo, solo negli anni Ottanta, mentre abbondano musei e strutture “tradizionali”, circa 600 contando quelli naturalistici, di scienza e tecnica, orti botanici, acquari e così via. In questo senso, è davvero meritoria l’iniziativa del comune di Saltara, che ha saputo trovare un punto d’incontro tra passato e futuro, tra storia e scienza. La Villa che ospita il Museo, progettato e curato da Eureka, laboratorio del Centro interdipartimentale per la ricerca didattica dell’Università di Trieste, fu infatti costruita nel XVI secolo dalla nobile famiglia Negusanti che, appassionati allo studio della natura, fecero erigere quattro torrette da cui osservare la volta celeste e le stelle.

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