Un pannello fotovoltaico più efficiente dell’80 per cento rispetto a quelli presenti ora sul mercato. E che quindi, a parità di dimensioni, riesce a produrre più energia elettrica. A presentarlo oggi a Roma è stata l’azienda italiana Beghelli in una conferenza stampa a cui ha preso parte anche il Nobel per la Fisica nel 2000, Zhores Alferov. I nuovi pannelli, infatti, sfruttano proprio le ricerche seguite dallo scienziato, prima sovietico e ora bielorusso, durante la sua carriera.
I nuovi pannelli – pensati per uso domestico – fanno parte del progetto Pianeta Sole Life del gruppo italiano. Ma come riescono a essere così efficienti? Sfruttando la concentrazione dei raggi solari. Oggi, infatti, i pannelli in silicio sono “piatti”, mentre quelli presentati da Beghelli sono composti da una serie di “cunette” che raccolgono i raggi del Sole e li convogliano in un unico punto, dove si trova la cella. Per questo le dimensioni dei “nuovi” pannelli sono anche più piccole: tre millimetri quadrati contro i 15 centimetri di quelli oggi in commercio.
In una nota dell’azienda italiana si legge che Pianeta Sole Life consentirà di ridurre le “emissioni di 2.100 tonnellate di anidride carbonica all’anno ogni 1.000 abitazioni”. Non solo: nei nuovi dispositivi non sarà più usato il silicio ma un misto di altri materiali (indio, germanio e gallio) che porterà a un abbattimento dei costi di produzione.
“I grandi passi avanti compiuti nella microelettronica hanno permesso il miglioramento dei parametri di produzione delle celle solari che, già applicati all’ingegneria aerospaziale, possono avere un effettivo impiego anche in ambito terrestre”, ha detto Zhores Alferov: “Le celle solari di nuovo tipo consentono di superare la soglia del 40 per cento di efficienza, con l’obiettivo di raggiungere il 55 nell’immediato futuro. Per questo credo che alla fine del XXI secolo la maggior parte dell’energia che ci serve sarà prodotta grazie al Sole: è davvero gratificante vedere quando anni di ricerche si trasformano in applicazioni”.
“L’illusione di un pianeta capace di risorse infinite è tramontata. Consumiamo troppo, più di quanto la terra possa sopportare. Già oggi la nostra impronta globale supera la capacità rigenerativa del nostro pianeta di circa il 30 per cento. Se la nostra domanda di energia continuerà a crescere a questa velocità entro il 2030 avremo bisogno dell’equivalente di due pianeti terra per sostenere i nostri stili di vita”, ha detto Gian Pietro Beghelli, presidente dell’omonimo gruppo: “Per questo, la consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa, nonché la rilevanza e l’attualità delle tematiche affrontate, ci ha spinto, lo scorso anno, a fare il nostro ingresso nel settore del fotovoltaico, e a evolverci progressivamente, cercando soluzioni sempre più efficienti e con minor impatto sull’ambiente”.
I primi pannelli andranno in produzione (negli stabilimenti italiani della Beghelli) entro la fine dell’anno e le consegne partiranno subito dopo. I mercati “aggrediti” saranno quelli che consentono al “solare a concentrazione” di essere una soluzione efficiente (zone temperate, tropicali ed equatoriali). Sui costi per gli utenti Beghelli non si è sbilanciato ma l’ordine di grandezza sarà di circa 10mila euro per famiglia. Un costo che potrebbe essere ammortizzato in dieci anni e i nuovi impianti avranno una vita di 20. I pannelli non saranno l’unica parte dell’offerta Beghelli che proporrà anche una batteria per accumulare l’energia catturata durante le ore di Sole, prese elettriche “intelligenti” per ridurre gli sprechi di corrente e il DomoPhone, una sorta di telefonino con cui governare – anche da remoto – tutti gli impianti elettrici di casa. (f.f.)