Magari non saranno veloci ed efficiente come i cani antidroga, ma da oggi la lotta al traffico illegale di stupefacenti avrà degli alleati in più. Si tratta di robot costruiti appositamente dagli scienziati del Mit per scandagliare gli oceani e arrestare il traffico navale di stupefacenti. Come?
Il prototipo sviluppato dagli scienziati Sampriti Bhattacharyya e Harry Asada – presentato in occasione della Conferenza Internazionale sui Robot intelligenti e sistemi (IRO) a Chicago – somiglia a una una palla da bowling ed è progettato per muoversi lungo gli scafi delle navi. Il robottino utilizza la scansione ad ultrasuoni per ispezionare alberi di trasmissione ed eventuali falsi scafi, spazi usati per il traffico di merci di contrabbando, dove potrebbe essere nascosta appunto la droga. Per far questo il robot è diviso in due metà, una impermeabile e l’altra acqua-permeabile. La prima ospita una batteria al litio ricaricabile ed elettronica, mentre la seconda contiene sei pompe che spingono l’acqua attraverso i tubi e guidano il robot.
L’automa può muoversi tra 0,5 e 1 metro al secondo, ha un’autonomia di circa 40 minuti ed è stato realizzato utilizzando elementi strutturali stampati in 3D, il che significa che potrebbe essere prodotto ad un prezzo abbastanza contenuto e a buon mercato, tale da consentire l’acquisto di decine di macchine in grado di lavorare all’unisono per stanare i contrabbandieri. I ricercatori sperano di aggiungere miglioramenti come le batterie da ricaricare in modalità wireless e le modifiche al sistema di propulsione che permetterà di estendere il tempo di funzionamento a 100 minuti carica.
Il robot anti-contrabbando ha un concorrente sviluppato dal Dipartimento della Homeland Security che ha realizzato un veicolo sottomarino a forma di tonno chiamato BIOSwimmer, un veicolo progettato per ispezionare le cisterne di navi allagate e che utilizza una macchina fotografica e un sistema di sonar per rilevare anomalie dello scafo che potrebbero segnalare la presenza di merci illegali, come droghe.
Riferimenti e credits immagine: Mit
