Il virus della Sars muta molto velocemente, ma solo in una sezione ben precisa del suo patrimonio genetico. È la scoperta compiuta da un gruppo di epidemiologi dell’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Università di Irvine in California. I ricercatori hanno infatti constatato che il coronavirus, ritenuto responsabile della Sars, è in grado di produrre otto mutazioni, nel 10 per cento del suo genoma, ogni volta che si replica. Il dato è emerso grazie a complesse analisi filogenetiche, che studiano il percorso evolutivo del virus, condotte su sequenze di genoma disponibili in internet. Un tasso così elevato di mutazioni in breve tempo rende il coronavirus della Sars molto simile al virus dell’Hiv, sebbene nel complesso il virus mostri una variabilità piuttosto bassa, addebitabile, secondo i ricercatori, al recente passaggio all’uomo. “Il fatto che alcune regioni del genoma del coronavirus mostrano una velocità di evoluzione maggiore di altre”, commentano Massimo Ciccozzi e Giovanni Rezza, coautori della ricerca, pubblicata sul “Journal of Virology”, “significa che esso è in grado di accumulare mutazioni molto rapidamente con conseguenze difficili da prevedere, nel caso in cui l’epidemia non fosse tenuta sotto controllo”. (m.mo.)