Tenere sotto controllo la malaria in Africa potrebbe essere ancora più difficile di quanto si immaginasse. A complicare il quadro è arrivata una nuova zanzara-vettore del Plasmodium falciparum (il parassita responsabile della malattia). Si tratta di sottotipo di un Anopheles gambiae, geneticamente diverso dalle zanzare finora studiate come vettori del microrganismo nell’essere umano. A scoprire il nuovo insetto, che sembra più vulnerabile al parassita di quelli già conosciuti, è stato un gruppo di ricercatori dell’Institut Pasteur di Parigi guidati da Michelle Riehle, che ne hanno dato notizia su Science.
I ricercatori francesi hanno catturato alcune larve di questo nuovo sottotipo in Burkina Faso. Una volta portati in laboratorio i campioni, gli studiosi hanno trovato molte differenze genetiche dalle A.gambiae precedentemente catturate. Il team ha quindi allevato generazioni di questa nuova sottospecie per valutare la sua suscettibilità al parassita della malaria e ha rivelato una particolare vulnerabilità, di molto maggiore rispetto agli insetti che di solito si trovano nell’interno delle abitazioni africane.
Oltre alla maggiore suscettibilità al plasmodio, a preoccupare i ricercatori è che si tratta di un tipo di zanzara che vive all’esterno delle case, non all’interno. Perché? Per il fatto che è pratica diffusa tra i ricercatori prelevare le zanzare per gli studi solo dall’interno delle abitazioni, dove solitamente queste si “riposano” dopo aver punto le loro prede. Da un lato questa procedura ha un senso: l’abitudine di riposare all’interno delle abitazioni sembra infatti essere correlata alle infezioni; ma ora è chiaro che rischia di invalidare gli studi, perché crea dei “buchi” nelle ricerche.
“Negli anni Settanta, il progetto Garki, in Nigeria, per il controllo della malaria tramite l’uso diffuso di insetticidi da interno è fallito a causa di zanzare “esterne”, geneticamente diverse, che hanno continuato a trasmettere la malattia”, ricordano gli studiosi. È importante quindi mettere a punto diverse strategie di raccolta nell’ambito di un medesimo studio.
Infine, proprio sulla base della maggiore suscettibilità verso il P.falciparum, i ricercatori suggeriscono che il nuovo sottogruppo potrebbe essere frutto di un recente sviluppo nell’evoluzione delle zanzare. Per poter confermare questa ipotesi e verificare l’eventuale ruolo del nuovo insetto nella trasmissione della malaria, devono essere catturati e studiati nuovi esemplari di adulti selvatici.
Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1196759