Dopo il risveglio dello Stromboli nelle Eolie, che da qualche giorno tiene in allerta gli abitanti dell’isola e gli esperti dell‘Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e della Protezione Civile, si guarda anche al grande assopito, il Vesuvio, uno dei vulcani più pericolosi al mondo (Vedi Galileo: I dieci vulcani più (c)attivi). Infatti è appena stata diramata la nuova “zona rossa” per il Vesuvio, l’area, come scrive la Protezione Civile che ha aggiornato il piano di emergenza per il vulcano, “per la quale l’evacuazione preventiva è l’unica misura di salvaguardia della popolazione”.
La novità più importante rispetto alla mappa redatta nel 2001 è rappresentata proprio dall’estensione della zona rossa, che oggi comprendere i territori di 24 Comuni e, soprattutto, tre circoscrizioni del Comune di Napoli, corrispondenti a quelle interessate dai flussi piroclastici e soggette a rischi di crollo delle coperture per accumulo di ceneri vulcaniche e lapilli. Nello stilare la nuova mappa, gli esperti hanno tenuto in considerazione, tra l’altro, i dati sulla dispersione dei flussi piroclastici presentati nello studio “Pyroclastic flow hazard assessment at Somma Vesuvius based on geological record” e quelli provenienti dal progetto SPeeD invece per quel che riguarda il pericolo di crollo delle coperture degli edifici, che ha combinato le analisi di deposito delle ceneri con la vulnerabilità dei tetti.
Ecco le aree incluse nella zona rossa: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, Nola, Palma Campania, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano, Scafati, l’enclave di Pomigliano d’Arco nel Comune di Sant’Anastasia e le circoscrizioni di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio del Comune di Napoli.
Riferimenti e credits immagine: Protezione Civile