Una palma dai tempi di Erode

Si chiama Matusalemme. Non perché sia vecchia, ma perché detiene il primato della pianta nata dal seme più antico finora ritrovato.

La capacità dei semi di restare vitali anche a distanza di periodi molto lunghi era stata già provata grazie alla germinazione di un seme di loto di 1.300 anni fa. Ora è stata confermata dalla pianta di palma giudea (Phoenix dactylifera l.), conosciuta anche come “Albero della vita”, nata da un seme che la datazione al radiocarbonio fa risalire a ben 2.000 anni fa (con uno scarto di 50 anni in più o in meno).

I semi della pianta sono stati recuperati dagli studiosi negli anni Sessanta dal sito archeologico di Masada, nei pressi del Mar Morto (Israele), in quella che era la sede del Palazzo del Re Erode. Di tre semi piantati, uno ha germogliato dando vita, dopo otto settimane, a una giovane palma del tutto simile alle specie attuali eccetto che per delle macchie bianche presenti sulle prime foglie, probabilmente causate della carenza di clorofilla nelle prime fasi dello sviluppo.

Secondo i ricercatori, coordinati da Sarah Sallon dell’Hadassah medical Organization (Gerusalemme), il microclima secco del sito di Masada, caratterizzato da altre temperature e scarse precipitazioni, ha contribuito a mantenere il seme vitale.

Anche se i dati dell’analisi genetica di una singola specie possono fornire informazioni solo parziali, la nascita di Matusalemme e i futuri studi su questa pianta potranno essere utili per ricavare informazioni sulle antiche popolazioni agricole della regione, celebre in passato proprio per la coltivazione intensiva e la presenza di foreste di palme, addomesticate oltre cinquemila anni fa. (e.r.)

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