Minuscoli granelli di silicio che riconoscono e segnalano immediatamente la presenza di agenti chimici o biologici. È quanto hanno sviluppato i ricercatori dell’Università di San Diego, guidati dal biochimico Michael J. Sailor. Si tratta di wafer di silicio, simili a quelli usati per i normali microchip per computer ma delle dimensioni di un granello di polvere, che in seguito a un bombardamento di ultrasuoni acquistano particolari proprietà ottiche. Ognuno riflette luce di una determinata lunghezza d’onda, rivelando la presenza della sostanza chimica che corrisponde a quel colore. “Quando la polvere riconosce una sostanza”, ha spiegato Sailor anticipando quanto verrà pubblicato nel numero di ottobre di Nature Materials, “l’informazione contenuta nella luce viene letta come un codice a barre usando un laser simile a quelli in uso nei supermercati, e può dirci se questa contiene il batterio dell’antrace o se una tanica d’acqua è tossica”. Questa tecnologia potrà essere impiegata per fronteggiare eventuali attacchi chimici o batteriologici, ma potrebbe applicazioni anche in campo biomedico: dalla ricerca farmaceutica alla diagnosi di malattie. Anche perché a differenza di altri dispositivi, il silicio non è tossico per le cellule viventi. (n.n.)