Continua il boom delle stampanti 3D: dopo le possibili applicazioni nel campi della medicina rigenerativa (vedi Galileo: Il tessuto bio si stampa in 3D), arrivano quelle in campo spaziale. La Nasa si sta infatti preparando a lanciare nello Spazio una stampante 3D: un apparecchio, delle dimensioni di un tostapane, per garantire agli astronauti la possibilità di poter produrre all’occorrenza e in situ (sulla Stazione spaziale) diversi tipi di strumenti, senza la necessità di doverli caricare preventivamente sui mezzi spaziali.
“Immaginate un astronauta che deve assolutamente eseguire una riparazione sulla Stazione spaziale internazionale”, dice per esempio Aaron Kemmer, Ceo di Made in Space, l’azienda incaricata dalla Nasa di costruire l’apparecchio, “anziché sperare che i pezzi di ricambio siano già nella Stazione, potrebbe semplicemente stampare i pezzi quando ne ha bisogno”.
La stampante potrebbe semplificare infatti moltissimo le cose, assemblando un numero infinito di oggetti a partire da semplici filamenti di plastica arrotolati attorno a dei rocchetti, molto più facili da trasportare di un gran numero di attrezzi e ricambi. Apparecchi di questo tipo vengono già utilizzati nei laboratori della Nasa (si passa dai 300 dollari per un modello da scrivania ai 500mila dollari per i modelli più grandi) per produrre piccoli satelliti che possono essere lanciati dalla Stazione spaziale internazionale per trasmettere dati alla Terra, oltre che per creare parti di ricambio per i mezzi spaziali in grado di resistere alle temperature più estreme.
Tuttavia, come spiega The Guardian, nessuna delle stampanti attualmente usate alla Nasa potrebbe essere utilizzata nello Spazio: sono state progettate tutte per un uso terrestre, e non tengono conto delle enormi vibrazioni, della diversa pressione dell’aria, delle temperature variabili e degli sbalzi di energia che i modelli spaziali si troverebbero ad affrontare. Per questo l’agenzia ha assegnato alla neonata Made In Space il compito di costruire qualcosa di totalmente nuovo, una stampante in grado non solo di riassorbire i gas prodotti dalla lavorazione della plastica, ma anche di stampare le proprie parti in caso di necessità e di riciclare i prodotti già stampati per ottenerne di nuovi.
Il debutto del nuovo dispositivo sulla stazione spaziale è previsto nel 2014, e i primi oggetti prodotti saranno sottoposti a una serie di test per verificarne la resistenza e l’accuratezza.
Riferimenti: Nasa, Made in Space
Credits immagine: via Made in Space