Un’esplosione per Natale

La notte di Natale c’è chi impacchetta gli ultimi regali e chi, invece, tiene gli occhi puntati verso il cielo per vedere se lo spazio siderale ha qualche bella sorpresa da regalare. Guarda caso, lo scorso 25 dicembre una stella sarebbe esplosa rilasciando un lampo di raggi gamma (Gamma Ray Burst, Grb) di natura assai particolare: la sua durata – 38 minuti – supera di gran lunga i pochi minuti di vita massima di un comune Grb. Un bel grattacapo per gli astronomi di mezzo mondo che, sulla base dei dati raccolti dal telescopio Swift, da allora cercano di capire il fenomeno che ha generato l’insolito Grb101225A.

Per ovvie ragioni, il lampo di raggi gamma è stato ribattezzato Christmas Grb e ha letteralmente stregato gli astronomi, che hanno cercato di fare chiarezza sul perché di questo evento fuori dal comune. A questo proposito, Nature ospita due studi che offrono una serie di spiegazioni molto interessanti. Ma, come tutti sanno, la scienza non ammette due risposte alla stessa domanda. In apparenza, sembrerebbe l’impronta lasciata dall’esplosione di una supernova, ma alcuni dati relativi alle emissioni di raggi X che hanno accompagnato il Grb natalizio fanno pensare diversamente.

Secondo Christina Carina Thöne, astrofisica del Niels Bohr Institute, le particolarità del Christmas Grb dipenderebbero da un effetto di mascheramento dovuto all’interazione tra due stelle. Nel suo studio Thöne ha analizzato anche la componente di raggi X emessi durante il lampo gamma, ipotizzando fosse dovuto alla fusione tra una stella con nucleo a base d’elio e una a base di neutroni.

Il risultato del trasferimento di materia dalla stella d’elio a quella di neutroni avrebbe prodotto un corpo celeste circondato da un involucro gassoso che ha emesso una serie di raggi X dall’impronta molto particolare. Successivamente, i nuclei delle due stelle si sarebbero fusi in un buco nero o una magnetar, una stella di neutroni dotata di un campo magnetico molto potente. Il nuovo sistema stellare avrebbe dunque emesso il lampo di raggi gamma tipico delle supernovae.

La seconda ipotesi è stata avanzata da Sergio Campana, astrofisico dell’ Osservatorio Astronomico di Brera. Nel suo studio il ricercatore sostiene che si sia trattato di un fenomeno completamente diverso. Infatti, il Christmas Grb sarebbe stato provocato dalla distruzione di una cometa o di un asteroide transitato a poco meno di 5mila chilometri di distanza da una stella di neutroni.

Campana sostiene che nel momento dell’esplosione, il corpo celeste formi un disco di residui che circonda la stella emettendo un lampo di raggi gamma del tutto compatibile con i dati raccolti durante il Grb natalizio.

Tuttavia, sembra che esistano ben pochi asteroidi abbastanza massicci da generare un’esplosione tanto potente da spiegare il fenomeno osservato lo scorso Natale.

Anche nel caso dell’ipotesi di Thöne, non sarebbe ancora ben chiara l’esatta posizione delle due stelle che hanno generato la magnetar. Le prime stime indicano luoghi di origine posizionati in due galassie differenti: la nostra Via lattea e la Galassia di Andromeda. Un bel dilemma che gli scienziati devono ancora risolvere, magari entro il prossimo Natale.

Via: Wired.it

Credits immagine: Aurore Simonnet, NASA E/PO, Sonoma State University

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