Immunizzare la madre durante la gravidanza attraverso la somministrazione del vaccino Tdap (tetano, difterite e pertosse acellulare) porta dei benefici anche al neonato, in particolare contro la pertosse. È quanto emerge da uno studio pubblicato su JAMA dai ricercatori del Baylor College of Medicine. Gli scienziati hanno somministrato il vaccino Tdap a un gruppo di donne fra la trentesima e la trentatreesima settimana di gestazione e hanno poi tenuto sotto controllo lo stato di salute delle madri durante e dopo la gravidanza, e quello del neonato sino ai 13 mesi di età. I pediatri hanno monitorato i parametri della crescita dei bambini (peso, altezza e circonferenza cranica) e ne hanno seguito lo sviluppo motorio, emotivo e del linguaggio servendosi di un apposito indice, il Bayley-III Scale of Infant. Attraverso prelievi ematici hanno inoltre valutato l’immunizzazione della madre durante la gravidanza e del bambino nel corso dei primi mesi di vita.
Flor M. Munoz e colleghi, autori dello studio, mettono in evidenza che la vaccinazione delle donne nel secondo trimestre di gravidanza garantisce un buon trasferimento degli anticorpi al feto attraverso la placenta e che il bambino è provvisto degli anticorpi contro la pertosse alla nascita e nel corso dei primi due mesi di vita. I protocolli per le vaccinazioni prevedono, anche in Italia, che i bambini vengano sottoposti a una serie di vaccinazioni Tdap dal secondo mese di vita e con successive dosi al quarto ed al sesto mese di età. Questo ritardo nella somministrazione può essere causa di contagio e di morte infantile in particolare nei primi mesi di vita del neonato.
Nel suo rapporto annuale, il Centro Europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie, (European Centre for Disease Prevention and Control) rende noto che c’è una tendenza all’aumento dei casi di pertosse accertati in Europa nel biennio 2010-2011 e sottolinea l’importanza per questo tipo di vaccinazione. In Italia, il Ministero della Salute assume una posizione più cautelativa riguardo la vaccinazione delle partorienti e ne sconsiglia la somministrazione se non strettamente necessario. Consiglia, invece, un richiamo con Dtap per la protezione del neonato e per gli operatori dei reparti ostetrici e del nido.
Questo articolo è stato prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, Università di Ferrara
Riferimenti: Jama doi:10.1001/jama.2014.3633
Credits immagine: Sean Molin photography/Flickr