HomeSocietàVeli di cristallo, essere ricercatrici islamiche in Italia

Veli di cristallo, essere ricercatrici islamiche in Italia

Un soffitto di cristallo, quel limite invisibile ma tangibilissimo quando le minoranze cercano di farsi spazio. È questa la metafora scelta da Ilaria Ampollini e Alberto Brodesco dell’Università di Trento per raccontare la storia di nove donne islamiche che sono riuscite a realizzare il loro sogno di diventare ricercatrici nel video “Veli di cristallo. Donne e Islam nell’Italia della ricerca scientifica”. Presentato in anteprima il 9 maggio alla SISSA di Trieste il documentario è stato realizzato grazie al finanziamento del Premio Bassoli 2016 (SISSA-INFN). 

Nel video (a breve verrà diffusa la versione integrale) si dà voce a nove donne di fede o provenienza islamica di origini diverse (italiana, albanese, turca, marocchina, egiziana e iraniana) e oggi ricercatrici in Italia

Il progetto vuole raccontare un aspetto della ricerca nel nostro paese, con la speranza di aprire un dibattito nelle università italiane, indagando il percorso personale e professionale delle ricercatrici, il loro rapporto con la famiglia di appartenenza e l’atteggiamento di genitori e fratelli nei confronti della loro scelta, le aspirazioni che le hanno guidate e il loro rapporto con il mondo della scienza.

Veli di cristallo. Donne e Islam nell’Italia della ricerca scientifica from Veli di Cristallo on Vimeo.

“Nell’ambito del progetto ‘Memorie di scienza’, volevo portare un tema inedito, e ho quindi pensato di unire due argomenti di cui si parla tanto, ovvero quello delle donne nella scienza, e delle donne col velo, parlando delle donne musulmane ricercatrici in Italia raccontando le loro storie”, spiega a Galileo Ilaria Rampollini. Le interviste toccano così il tema del rapporto tra donne e scienza, ma fanno luce anche sulla doppia discriminazione, di genere e religione, percepita in modo diverso da ogni donna, racconta la ricercatrice, storica della scienza all’Università di Trento. “Un aspetto importante che è emerso è come la discriminazione all’interno del mondo accademico sia più sottile che al di fuori, e quindi a volte più difficile da affrontare”, continua Rampollini: “Infatti, quando si viene insultate per strada, ad esempio, l’affronto avviene alla luce del sole ed è più facile da riconoscere, invece la discriminazione in un ambiente con un alto livello culturale è più sottile, subdola, più difficile da inquadrare, e quindi da affrontare”.

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