La combinazione di due medicinali già in circolazione, testata per la prima volta in Uganda dai volontari di Medici Senza Frontiere, sembrerebbe avere effetti sorprendentemente incoraggianti contro la tripanosomiasi africana umana, più nota come malattia del sonno. lo studio è stato condotto da Gerardo Priotto dell’istituto Epicentre di Parigi e pubblicato su Plos.
L’infezione costituisce una minaccia per milioni di persone nell’Africa subsahariana, dove si registrano fino a 15mila casi ogni anno. La malattia è trasmessa all’uomo dalla mosca tse-tse (Glossina palpalis), un insetto ematofago che, nel succhiare il sangue, può inoculare il protozoo parassita tripanosoma (Trypanosoma brucei), agente patogeno della tripanosmiasi. L’infezione si compie in due stadi in circa sei mesi: nel primo il parassita si diffonde nel sangue e nel sistema linfatico, nel secondo (meningo-encefalitico) raggiunge il sistema nervoso e provoca gravi alterazioni neurofisiologiche, tra cui l’inversione del ritmo sonno-veglia e forte sonnolenza. L’infiammazione dei tessuti cerebrali provoca, alla fine, la morte.
I farmaci finora utilizzati per il trattamento del secondo stadio danno scarsi risultati e presentano numerosi problemi collaterali. “Il Melarsoprol, per esempio, è altamente tossico e soprattutto inefficace in alcune aree in cui sono presenti ceppi di parassiti resistenti” riporta Medici Senza Frontiere: “la Eflornitina è l’unica valida alternativa, ma presenta alcune difficoltà, come la modalità di somministrazione (per via endovenosa) e richiede un periodo di degenza troppo lungo dopo la vaccinazione.
Promettenti risultati arrivano invece dalla ricerca condotta da Priotto e colaboratori che hanno testato, su 48 pazienti, l’effetto combinato di Eflornitina e Nifurtimox, un farmaco già usato per la cura del morbo di Chagas o tripanosmiasi americana. Pur trattandosi di un campione relativamente piccolo, il risultato sensazionale è che la nuova terapia non ha fatto registrare alcun caso negativo, né di interruzione del trattamento, né di decesso. “Il Nifurtimox combinato con la Eflornitina potrebbe essere il miglior trattamento disponibile per il secondo stadio della tripanosmiasi per i prossimi dieci anni, finché non saranno trovati nuovi farmaci”, afferma l’autore dello studio, dichiarando inoltre che al momento sono in corso nuove sperimentazioni sulla somministrazione combinata dei due farmaci. (s.s.)