Videogiochi contro la dislessia

I problemi di lettura di cui soffrono i dislessici potrebbero essere legati ad una difficoltà nell’integrare informazioni provenienti da canali sensoriali differenti. È quanto emerge da un nuovo studio della Oxford University, apparso sulla rivista Current Biology. Se confermati, i risultati della ricerca potrebbero aiutare a sviluppare nuove strategie terapeutiche per contrastare gli effetti della dislessia. Un esempio? I videogiochi.

“Immaginate di essere impegnati in una conversazione, quando di colpo qualcuno alle vostre spalle pronunciare il vostro nome”, spiega Vanessa Harrar, psicologa dell’Università di Oxford che ha partecipato allo studio. “La vostra attenzione passerà dal vostro interlocutore – uno stimolo visivo – al suono proveniente dalle vostre spalle. Quello che abbiamo scoperto è che in casi come questo per le persone che soffrono di dislessia risulta molto più difficile del normale spostare l’attenzione da uno stimolo visivo ad uno uditivo”.

Che la dislessia fosse legata, almeno in parte, ad una difficoltà nell’integrare gli imput sensoriali provenienti dal sistema uditivo si sospettava da tempo. I ricercatori di Oxford però sono stati i primi ad analizzare con un esperimento la capacità dei dislessici di processare stimoli multisensoriali. Nel loro studio, hanno chiesto ad un gruppo di volontari di premere un bottone il più velocemente possibile in corrispondenza con un determinato stimolo, che poteva essere un suono, una luce, o entrambi contemporaneamente.

Tutti i partecipanti hanno eseguito il compito più velocemente quando lo stesso stimolo si ripeteva più volte di seguito. I dislessici però sono risultati più lenti degli altri nel premere il bottone quando si passava da uno stimolo visivo ad uno di tipo uditivo, dimostrando quindi una maggiore difficoltà nello spostare l’attenzione da un canale sensoriale ad un altro, in particolare quando si tratta di passare da un immagine ad un suono. Secondo i ricercatori, il fenomeno potrebbe essere alla base dei problemi che i dislessici incontrano nella lettura e se confermati, i risultati potrebbero ora aprire le porte a nuove strategie per migliorare la loro capacità di apprendere la lingua scritta.

Gli approcci tradizionali prevedono infatti che le lettere dell’alfabeto siano presentate prima visivamente e poi uditivamente. “Noi pensiamo che i dislessici potrebbero invece apprendere più velocemente l’associazione tra lettere e suoni ascoltando prima la pronuncia delle parole, e vedendone solo in seguito la grafia”, spiega Harrar. Con il giusto allenamento, inoltre, i dislessici potrebbero potenziare le loro capacitò di integrazione multisensoriale degli stimoli, migliorando di pari passo anche la facilità con cui comprendono le parole scritte.

In quest’ottica, un aiuto prezioso potrebbe arrivare dai videogames. “La nostra idea è che allenare i dislessici a spostare velocemente l’attenzione dagli stimoli visivi a quelli uditivi, come avviene quando si gioca ad un videogame, potrebbe aiutare le loro capacità di lettura e scrittura”, spiega Harrar. “È stato dimostrato che i videogiochi migliorano la capacità di affrontare più operazioni contemporaneamente, e potrebbero costituire una ottima palestra per i pazienti dislessici”.

Riferimenti: Current Biology 10.1016/j.cub.2014.01.029

Credits immagine: Mikey G Ottawa/Flickr

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