“Fare dell’Europa una zona a tolleranza zero per la violenza contro le donne”. Lo chiede a gran voce Amnesty International in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si celebra oggi, 25 novembre. L’appello, sostenuto anche da Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo, esorta l’Unione europea e tutti i membri del Consiglio d’Europa a firmare e ratificare la “Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica” che segnerebbe un grande passo avanti nella protezione delle donne in Europa.
La Convenzione, adottata dalla Commissione dei Ministri del Consiglio d’Europa a Istanbul nel maggio 2011, è un trattato internazionale giuridicamente vincolante che contiene norme per la prevenzione e la protezione delle vittime e la persecuzione dei colpevoli. E’ aperta agli stati membri del Consiglio d’Europa, all’Ue e a qualunque paese la voglia adottare ed entrerà in vigore con il deposito della decima ratifica. Ma fino ad ora, fa notare Amnesty, ha ricevuto solo la firma di 17 paesi e nessuna ratifica. L’Unione europea non l’ha ancora firmata, sebbene in Europa ogni giorno una donna su cinque subisca violenza.
Anche in Italia le cifre fanno paura: secondo l’Istat una donna su tre è stata vittima di violenza almeno una volta, quasi sette milioni hanno subito violenza fisica e sessuale e ogni anno circa 100 donne vengono uccise da mariti, fidanzati o ex. In oltre il 60 per cento dei casi, alle violenze hanno assistito anche i figli, che riportano danni indiretti spesso irreparabili. Secondo i risultati della ricerca “Daphne III. Violenza sulle donne: il danno indiretto provocato sui bambini”, condotta dalla facoltà di Scienze della formazione di Roma Tre con l’Università di Cipro, quella di Presov (Slovacchia) e di Oradea (Romania) e presentata ieri, il trauma subito nei primi 15 anni di vita può portare a comportamenti aggressivi verso gli altri, ad autolesionismo fino alla negazione del desiderio di formare una famiglia e di avere una relazione di coppia.
“Affinché le donne possano sentirsi sicure per strada, al lavoro e nelle loro case, i singoli stati e l’Ue devono potenziare tutte le misure per eliminare la violenza contro le donne, inclusa la prevenzione, la protezione, il procedimento giudiziario e i risarcimenti. Il primo passo è aderire alla Convenzione”, ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’ufficio di Amnesty presso le istituzioni europee. Per celebrare questa giornata, l’Associazione culturale Forma Liquida inaugura alle ore 18.00 alla Casa Internazionale delle Donne di Roma (via della Penitenza 37) la mostra dei 30 lavori finalisti (foto su Flickr) della competizione “No alla violenza contro le donne”, indetta dall’Unric-Centro regionale di informazione delle Nazioni Unite. Il concorso, esteso a tutti i paesi europei, ha visto la partecipazione di quasi 3.000 lavori e tra i finalisti ci sono anche le opere di cinque italiani. L’esposizione è gratuita e aperta al pubblico fino al 3 dicembre.
Credit immagine: ©European Parliament/Pietro Naj-Oleari