Alessandro Volta e la cantante

La letteratura ha il fascino potente di permettere al nostro sguardo di sollevarsi al di sopra del presente (sempre mediocre all’occhio umano), per lasciarci intravedere, col linguaggio della fantasia, epoche e luoghi diversi, farci vivere storie più avvincenti e più eroiche di quelle meschine che si schiudono giornalmente dinanzi a noi, nell’ambito privato della nostra vita o ci giungono attraverso giornali, televisioni e gli altri media che assordano la nostra convulsa società globalizzata. Tra le storie che, da tempi ben remoti, hanno attratto uomini (e ancor più le donne) ci sono di certo quelle d’amore, forse perché, vivendo attraverso il racconto letterario, gli eventi scatenati da una delle passioni più violente che possano dilagare nel cuore umano, noi speriamo di arrivare a comprenderne le dinamiche misteriose e sconvolgenti. Ma – come ci insegna il libro che Paolo Mazzarello dedica ad Alessandro Volta – le storie d’amore grandi e belle non sono solo quelle che escono dalla fantasia del romanziere. Sono a volte le storie vere, avvenute in tempi che ci appaiono meno mediocri dei nostri, storie che non hanno bisogno di nessun orpello letterario per avvincerci e trasportarci in altre dimensioni di tempo e di spazio. È però necessario che chi ci racconta queste storie sulla base di studi documentari accurati ci faccia rivivere insieme alla storia privata le dinamiche storiche e sociali, i momenti e le situazioni in cui la passione amorosa, pur eterna e immutabile nelle sue pulsioni profonde, assume forme diverse e a volte sorprendenti. Perché il fascino della storia, quando è ricostruita in modo magistrale come fa qui Mazzarello, sulla base di uno studio a tutto campo di vicende private, di storia del costume e della società, di storia della scienza, è proprio nelle sorprese che essa può svelarci.

Fedele a un suo impegno intellettuale che sembra illustrare uno degli atteggiamenti fondamentali della letteratura dell’Illuminismo (è un delitto gravissimo per uno scrittore, il trattar materie che annoino, e stancando facciano sbadigliare), l’autore di questo bel volume che si legge tutto d’un fiato ci presenta la vicenda che legò il grande fisico Alessandro Volta (l’inventore della pila che fu poi detta “voltaica”) alla cantante d’opera Marianna Paris. Passione violenta che sconvolse la vita di un quarantenne illustre, appassionato di scienza, progressista ma al tempo stesso ancorato ai rituali sociali dell’ancien regime, restio sino ad allora a farsi incatenare dai legami d’amore (a dispetto del suo fascino di irresistibile tombeurs des femmes e dell’attrazione che su di lui esercitavano le dame aristocratiche – e non – del suo entourage). E che rischiò di sconvolgere il microcosmo della buona società tra Como e Pavia, con echi che giunsero fino all’Imperatore d’Austria, sovrano allora anche dello stato lombardo.

Quando poi la vita dell’illustre professore (che qualcuno aveva definito “il Newton dell’elettricità”) sembrava ormai naufragare per gli esiti dirompenti dell’ossessione amorosa, ecco, per imprevedibili circostanze, una storia diversa, quella della scienza, si intreccia con la storia d’amore (privata ma non troppo), portando con sé un’ossessione forte, una “lussuria” ancora più violenta. Ossessione che allontana Volta dai sospiri e da carezze più o meno furtive dei boudoirs dei teatri d’opera per portarlo a trascorrere giorni e notti impegnato a decapitare e sezionare le povere rane (e altri piccoli animali) per verificare se la forza elettrica misteriosa che le faceva muovere al contatto di archi metallici proveniva, come sosteneva un dottore di Bologna, Galvani, dal corpo stesso dell’animale, o se non fosse invece generata, come Volta stesso subito prese a ritenere, dal contatto di metalli diversi.

Passione scaccia passione

In Volta dunque l’ossessione delle rane elettriche scaccia l’ossessione d’amore, questo è il leit-motiv del libro di Mazzarello; e l’eros violento che aveva trascinato l’incauto professore verso Marianna, figura gentile e sincera di questa storia malgrado il suo mestiere ritenuto all’epoca ignobile, si fa allora convogliare verso percorsi socialmente più accettabili.

 

È da notare peraltro che quando Volta, forzato in qualche modo a un beau mariage da una famiglia preoccupata per un possibile riaccendersi esplosivo della passione per la cantante, deve scegliere tra due dame dell’aristocrazia locale, opterà per una, Teresa Peregrini – di famiglia meno ricca e meno eminente – rispetto all’altra, Antonietta Giovio, appartenente a una delle più illustri casate di Como (quella che nel Cinquecento aveva annoverato il grande umanista Paolo Giovio). E questo anche perché – come egli stesso confessava – la Peregrini prometteva di saper meglio discutere “di cose erudite (che sono infine la mia più cara occupazione) di libri francesi e tedeschi, ch’ella sa leggere, di geografia, di belle lettere, di cui non digiuna, e d’altre opere di scienze e di gusto”.

Insomma Volta cercava nelle donne anche quel fascino intellettuale che dalla Francia le dame savantes e précieuses avevano introdotto con forza nella società illuministica, fascino che non si nutriva solo di bellezza e del gusto per le arti “femminili”, ma faceva delle scienze naturali e della geometrie uno dei momenti più significativi. Come testimonia l’esempio illustre di Madame du Châtelet, che tradusse i “Principia” di Newton, opera di difficile lettura anche per gli intellettuali più in vista dell’epoca. E come testimonia anche la meno nota Lucia Galeazzi, moglie di Galvani, che collaborava con il marito nelle sue ricerche sull’elettricità animale, e che un dipinto d’epoca ci ritrae non solo con gli aspetti dell’eleganza (vestito, ventaglio, gioielli) e della fedeltà coniugale (il cane), ma anche della cultura (il libro). Fascino erotico-intellettuale, questo della dame del Settecento, che certo ci fa rimpiangere quell’epoca illuminata in cui anche passioni e vizi avevano un grandezza che contrasta in modo netto con quanto trasuda dalle “storie” di sesso, più o meno pubbliche, che affollano giornali e rotocalchi ai nostri giorni.

Il libro

Paolo Mazzarello
Il professore e la cantante. La grande storia d’amore di Alessandro Volta
Bollati Boringhieri 2009, pp. 154, euro 15,00

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