Arrivano dal Messico, dalla California, dalla Cina, dalla Svezia e dal Kuwait. Sono le vincitrici della tredicesima edizione del premio L’Oréal Unesco For Women in Science, che a Parigi – presso la sede centrale dell’Unesco – hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento per le loro ricerche innovative nel campo della chimica, della fisica e dell’astronomia. A premiare le cinque scienziate, con un assegno da centomila dollari, sono stati Irina Bokova, Direttore Generale dell’Unesco, Lindsay Owen-Jones, Presidente di L’Oréal e della Fondazione L’Oréal e il presidente della giuria che ha giudicato i lavori, Ahmed Zewail, Nobel per la Chimica nel 1999.
Ecco chi sono le cinque vincitrice, una per ogni continente, e le motivazione della giuria.
Faiza Al-Kharafi dell’Università del Kuwait è la vincitrice africana, grazie al suo lavoro sull’elettrochimica, in particolare sulla corrosione, un problema fondamentale per il trattamento delle acque e l’industria petrolchimica.
In Asia a vincere è stata Vivian Wing-Wah Yam dell’Università di Hong Kong, che si è distinta per le sue ricerche nel campo dei materiali che emettono luce e per il suo contributo allo sviluppo di sistemi per convertire efficacemente l’energia solare.
Viene invece dalla Svezia il premio per l’Europa: Anne L’Huillier, dell’Università di Lund, ha realizzato una videocamera superveloce, capace di catturare eventi sulla scala dell’attosecondo (un miliardesimo di un miliardesimo di secondo).
Per il Nord America, invece, è stata Jillian Banfield dell’Università della California – Berkeley a distinguersi, grazie alle sue ricerche sul comportamento dei batteri e dei materiali in condizioni estreme.
Chiude la cinquina dell’eccellenza femminile nella scienza, Silvia Torres-Peimbert dell’Università del Messico (premiata per l’America Latina), per il suo contributo all’astronomia attraverso le analisi della composizione chimica delle nebulose.
Riferimenti: L’ORÉAL-UNESCO For Women in Science
