Se esistesse davvero un wormhole, dove dovremmo cercarlo?

wormhole
(Foto: Nasa/Jpl-Caltech)

Trovare una scorciatoia che colleghi due punti distanti dell’Universo. O meglio, un tunnel spazio-temporale chiamato ponte di Einstein-Rosen (o in inglese wormhole), che ci permetterebbe di viaggiare più velocemente di quanto farebbe la luce. Un po’ come il famoso ponte di Bifrost, usato da  Thor e gli asgardiani per spostarsi tra i nove regni. Sarebbe davvero un concetto entusiasmante, in quanto ci permetterebbe addirittura di fare viaggi nel tempo, ma che per ora appartiene, appunto, solamente al mondo della fantascienza.

Secondo le leggi della fisica, infatti, se un wormhole si formasse nel nostro Universo sarebbe troppo instabile e collasserebbe immediatamente. Ma supponendo che questi ponti esistano davvero, dove dovremmo cercarli? A provare a rispondere a questa domanda sono oggi i ricercatori dell’Università di Buffalo e dell’Università di Yangzhou che sulla pagine di Physical Review D hanno ipotizzato che tutto ciò che serve è: un buco nerostelle in orbita e specifiche attrezzature per misurarle.

Wormhole, un ponte spazio-temporale

Secondo gli scienziati, i wormhole potrebbero funzionare un po’ come una piega nello spaziotempo. Per fare un esempio pratico, basta pensare a un piccolo insetto che cammina su un pezzetto di stoffa da un punto all’altro. Se il tessuto è steso, l’insetto deve percorrere la distanza massima. Ma se si piega in modo tale che due punti si sfiorano, tutto ciò che l’animaletto deve fare è saltare da un punto all’altro. Ora mettiamo che il tessuto sia lo spaziotempo e il tunnel nello spazio tra i due punti sia il wormhole.

Secondo il nuovo studio potrebbe esserci un modo davvero semplice per rilevare questi ponti: i ricercatori, infatti, sostengono che poiché il tunnel avvicina due regioni dell’Universo, compresi corpi celesti come le stelle, una estremità del wormhole avrebbe una influenza gravitazionale sul movimento (e l’orbita) degli oggetti presenti nell’altra estremità del tunnel. Quindi, spiegano i ricercatori, per la formazione di un wormhole sarebbe necessario un ambiente gravitazionalmente estremo, come lo spazio attorno a un buco nero e una o più stelle in orbita attorno ad esso.

Tra buchi neri e stelle in orbita

E nella nostra galassia, la Via Lattea, c’è una regione che potrebbe essere una candidata perfetta: il centro galattico, dove si trova Sagittarius A*, un buco nero supermassiccio attorno al quale orbita un intero gruppo di corpi celesti, come la stella S2. Se ci fosse un wormhole in questa regione, dovremmo essere in grado di rilevarlo in base a come si muovono queste stelle. “Se hai due stelle, una su ciascun lato del wormhole, la stella dalla nostra parte dovrebbe sentire l’influenza gravitazionale della stella che si trova dall’altra estremità. Il flusso gravitazionale passerà attraverso il wormhole”, spiega Dejan Stojkovic, ricercatore del Università di Buffalo. “Quindi, se mappi l’orbita attesa di una stella attorno a Sagittarius A*, dovresti vedere deviazioni se c’è un wormhole con una stella dall’altra estremità”.

Tuttavia, rilevare un wormhole nella regione del buco nero supermassiccio non sarebbe affatto un compito facile. Sagittarius A*, infatti, ha una massa di 4 milioni di volte quella del Sole con una forza gravitazionale che domina su tutta la regione, e sarebbe difficile riuscire a identificare l’effetto, relativamente blando, di una manciata di stelle. Ma gli strumenti che abbiamo a disposizione stanno diventando sempre più sofisticati e precisi, e ciò significa che potrebbero in futuro essere in grado di effettuare le misurazioni che ci permetterebbero di identificare un wormhole.

E i viaggi nel tempo?

Tuttavia, concludono i ricercatori, anche se esistessero questi ponti cosmici è improbabile che possano offrirci viaggi nel tempo. “Anche se un wormhole è attraversabile, molto probabilmente le persone e le astronavi non riuscirebbero a percorrerlo”, conclude Stojkovic. “Realisticamente, avremmo bisogno di una fonte di energia negativa per tenere aperto il wormhole, e attualmente non sappiamo come farlo. Per creare un enorme wormhole stabile, abbiamo ancora bisogno di un po’ di magia”.

Via: Wired.it

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